Il Convegno ICT e Disabilità

Il Convegno ICT e Disabilità, tenutosi a Ravenna il 12 – 13 Maggio 2006, è stato organizzato in 3 sessioni. Il punto focale di tutti gli interventi è stato la condizione del soggetto disabile e l’opportunità fornita dalla tecnologia di supportare e potenziare le sue facoltà, per una migliore integrazione nel mondo del lavoro e nella società. La prima sessione ha analizzato la definizione giuridica di handicap e l’insieme del quadro internazionale sul tema dell’inserimento lavorativo. È stato affrontato il tema del digital divide o divario digitale e i suoi molteplici aspetti che non sono in modo semplicistico la necessità di avere oggetti tecnologici per eliminare tale divario. Il lato negativo delle ICT, solitamente enfatizzato, di isolamento del giovane dalla vita sociale è invece considerato un nuovo metodo di partecipazione e di socializzazione efficace.

Nel caso delle persone disabili diventa un modo per instaurare relazioni interpersonali, oltre che essere strumento lavorativo e di studio. Le nuove tecnologie consentono di mettere tutti soggetti sullo stesso piano, una volta superato il divario digitale. Un esempio è nel campo dell’insegnamento con software dedicati ai soggetti disabili. La seconda sessione ha avuto come obiettivo l’informazione sui progetti di supporto per limitare l’impatto delle barriere digitali.

Si tratta di software realizzati per l’utilizzo del computer da parte di soggetti disabili non vedenti, ipo-vedenti, disabili motori, dislessici, con disagio cognitivo lieve e audiolesi. La terza e ultima sessione ha esaminato il profilo giuridico dei soggetti disabili nel mondo del lavoro e la tutela della privacy. Il soggetto disabile ha diritto alla stesso trattamento dei dati di altri soggetti lavoratori. Il datore di lavoro deve rispettare la riservatezza sulle condizioni di salute del lavoratore disabile.

L’azienda deve anche stabilire un codice di condotta che consideri le esigenze di comunicazione del lavoratore disabile, senza garantire privilegi ingiustificati. Allo stesso tempo deve bilanciare le esigenze di produttività del datore di lavoro con le esigenze comunicative del lavoratore disabile, senza attuare controlli non giustificati. Un esempio è l’utilizzo di software di comunicazione come Skype che, nel caso del lavoratore disabile, non è da considerare un uso improprio delle risorse aziendali. Infine è stata esaminata l’esperienza della provincia di Ravenna nell’inserimento e nell’integrazione lavorativa delle persone disabili. La provincia di Ravenna ha 1.576 disabili disponibili al lavoro (nel 2006), ogni anno ne sono avviati al lavoro circa 300 e in più ci sono nuove iscrizioni. La tenuta del posto d’impiego è del 62%.

Lavoro, integrazione sociale e realizzazione della persona

La definizione di persona handicappata è “soggetto che ha una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzante o progressiva con conseguente difficoltà nelle relazioni e nel lavoro”. Tutto ciò comporta uno svantaggio sociale. La chiave di lettura dello stato di handicap è a questo punto slegata dalla condizione medica ed è centrata sulla difficoltà di integrazione nell’ambiente sociale. Tale difficoltà è dovuta alla mancanza di una risposta alla richiesta di prestazione del soggetto con handicap.

L’esistenza di un livello non paritario non consente al soggetto con handicap di avere un ruolo attivo nell’ambiente sociale. È necessaria una valutazione globale della persona disabile per individuare le abilità e le potenzialità. Questa valutazione permette di stabilire gli interventi necessari per avviare un percorso di riabilitazione e di occupazione nel mondo del lavoro. L’integrazione è legata all’inserimento nel mondo del lavoro e alla realizzazione di un’ autonomia. Continue Reading